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Abbiamo già parlato di Palagonia, potete leggere il nostro articolo QUI.

E' una domenica piovosa qui a Catania, finestra chiusa, tapparelle semi abbassate, una calda e fumante tazza di latte caldo e un articolo di giornale sul mio tavolo che non riesco a digirerire del tutto. Il punto di partenza per un analisi che vorrei potesse fermarsi qui, a ciò che c'è scritto e basta, a ciò che dice e basta questo maledetto foglio di giornale, ma che purtroppo sono costretto ad ampliare, espandere, e piu' ragiono piu' la logica dura e lapidaria di ciò che ne esce fuori si condensa per concretizzarsi in un amara verità, ma andiamo per ordine.

 

 

Gestivano fiumi di droga è l'articolo che con la consueta devozione e attenzione per il nostro paese la Sicilia del 9 aprile 2013 ha dedicato alla nostra comunità. Niente da dire sull'articolo, 9 dereietti della società dediti al lucroso traffico di stupefacenti, per la verità abbastanza conosciuti in paese, vengono arrestati dalla polizia in quella che viene definita operazione CHARMANT, un copione classico che si ripete da decenni ormai nel nostro paese, dove appare evidente che il problema piu' grave, il piu' urgente per la comunità, sia l'alto grado di delinquenza, il preoccupante numero di criminali piu' o meno mafiosi, piu' o meno collegati a famiglie mafiose del Catanese come i Santapaola Ercolano, a volte semplici scheggie impazzite della società che  da tempo ormai immemorabile logorano e lacerano il tessuto stesso della vita civile del paese, se di vita civile ormai si può continuare a parlare.

Se ci fosse qualcosa da ridere lo si potrebbe interpretare come un problema geologico, un mare di merda che gestisce fiumi di droga.

Una comunità devastata dalla criminalità, con un passato di politica a sua volta marcia e collusa con la mafia ( Il penultimo sindaco fausto Fagone venne accusato ed arrestato per concorso esterno in associazione mafioso grazie al supporto di numerose intercettazioni ambientali inserite nel contesto del processo Iblis).

Droga, mala politica, degrado culturale e civile, decadenza delle stesse strutture basilari del paese, scuole fatiscenti, nessun ospedale, strade dissestate, giovani allo sbaraglio eccetera eccetera.

E' a questo punto che la mia collera, la mia ira, si accendono quando mi rendo conto che in un paese del genere così bisognoso di cure e di attenzioni particolari si è insediato un sindaco che ha fatto di questi mali una propaganda politica invece che un vero motivo di lotta, un motivo per giustificare la propria inutilità politica e sociale ed un motivo per lasciar perdere, per arrendersi, per dire la colpa non è mia, la colpa è di qualcun altro e quindi me ne lavo le mani. Sto parlando del sindaco di palagonia Valerio Marletta.

Perchè allora al momento della campagna elettorale, quando cercava di diventare sindaco e per questo aveva bisogno del voto della gente dal palco non annunciava sconfitte e addossamenti di colpe ma prometteva soluzioni, preannunciava rivoluzioni, garantiva il ritorno alla normalità, si ergeva il falso ad eroe della comunità, il pifferaio magico che con il suo piffero raccatta i topi per le strade portandoli inconsapevoli al fiume per levarseli di torno.

Non esiste un emergenza droga per il sindaco che mai o quasi mai ne parla, si vocifera che lui stesso faccia uso di sostanze stupefacenti ma ripeto, sono solo illazioni, rumors, voci di corridoio, viene dalla sinistra piu' estrema d'altronde, il suo background politico è quello dei centri sociali, quei luoghi occupati ingiustamente da ragazzi dediti alla lotta politica piu' vile, quella fatta di bombe molotov gettate nelle caserme e di proteste anti governative ed anti italiane, la sinistra estrema dei drogati che passano le serate sdraiati nei marciapiedi, quell'altra faccia della società che non vuole costruire nulla, che critica, che distrugge, che non crede nei valori della nostra comunità, della nostra nazione, quella parte che non si sente Italiana, che sfrutta le tragedie altrui per farsi pubblicità, quelli che non hanno un idea politica vera e propria e che mascherano la loro pigrizia attraverso la diffamazione, che vogliono odiare  infangare e sputtanare sempre e comunque qualcun altro, che catalizzano le emozioni negative della gente semplice che vive di passioni e di emozioni espresse al vetriolo, questi maghi della propaganda che vendono pacchi alla gente come i truffatori Napoletani che ti danno l'orologio falso alla stazione.


Questi pagliacci della politica che dovunque vanno insomma creano disastri e non trovano soluzioni, come a palagonia come in tutta Italia, questi comunisti, questi finti intellettuali di sinistra che imbrogliano il popolo da decenni illudendolo con parole come libertà ed eguaglianza e che proprio grazie a queste parole a cui loro stessi non credono veramente si arricchiscono alle spalle dello stesso e ne combinano di ogni. A Palagonia si chiama Marletta, a Roma si chiama Bersani, una volta si chiamava Bertinotti, In Russia si chiamava Stalin ed oggi Putin, a Cuba Castro e Che guevara, finti paladini della giustizia, falsi soldati della libertà, sono in verità macchine del male e produttori di tristezza, di infelicità, perchè è grazie alla loro pigrizia, alla loro miserabile inefficienza che l'Italia va a rotoli, non esiste quasi piu' la stessa struttura sociale su cui dovrebbe basarsi la vita civile.

E questi pagliacci della politica trovano sempre a sostegno di loro stessi, per andare avanti, i pagliacci dell' informazione, per marletta è CTZEN, che sforna articoli su articoli a sostegno di un incapace esclusivamente udite udite, per una stupida simpatia politica, ci troviamo di fronte alla solita piccola comunistella che è cresciuta all'interno dell' illusione sinistroide, è cresciuta facendosi le sigarettine di tabacco e bevendosi il vinello nei centri sociali Catanesi, nella sua piccola testolina si è creata un idea confusa della politica, del mondo, di come vanno le cose, e si è merssa a scrivere. Il sindaco di palagonia è un comunista, è un compagno, e quindi scrivo sempre bene su di lui, non mi importa cosa fa veramente, cosa c'è dietro, o di capire se sta facendo bene o male il suo lavoro, è comunista e quindi ne scrivo bene e pazienza se così facendo sputo sulla mia categoria, sputo sui giornalisti, sulla libertà di stampa che mi è stata concessa e che con così tanta noncuranza mi ci pulisco abbondantemente il culo. Io, la comunistella pseudo giornalista alla emilio fede, cambia solo la direzione in cui devo leccare, lui leccava a destra, io lecco a sinistra. 

Luca Maria Graziano Conti