Anche se l’Università di Catania è stata fondata nel 1434, l’Orto Botanico fu creato solo nel XIX sec. In precedenza i docenti di Botanica, da M. Di Pasquale a F. Cosentino, utilizzarono alcuni giardini privati a scopo didattico, mentre a Catania fiorivano alcuni orti botanici privati, come quelli del Principe di Biscari – Ignazio Paternò Castello – del Duca Furnari, del Monastero Benedettino di S.Nicolò l’Arena e quello del canonico Salvatore Portal, situato a Biancavilla.
Quando la cattedra di Botanica della nostra Università passò nelle mani del padre cassinese Francesco Tornabene Roccaforte, Catania ebbe il suo Orto Botanico, dopo il superamento di numerosi e lunghi impedimenti burocratici. L’Orto, inaugurato nel 1858, fu ampliato successivamente grazie ad un lascito di Mario Coltaro, e messo nelle condizioni di svolgere le funzioni di conservazione, scambio di semi, allestimento e conservazione di collezioni, didattica e protezione della natura.
All'interno dell Orto
Seguendo il viale di sinistra che fiancheggia l’edificio, si notano diversi esemplari di Chorizia insignis (che produce il capoc), un filare di Agavi, due alte palme da dattero Phoenix dactylifera e quindi il settore delle Aralie e delle Agavi arboree. Più avanti un grande esemplare di Dracaena draco, detta “sangue di drago” per il colore rosso della sua resina, una collezione di Aloe e un folto cespo di Bambù. Particolarmente interessante il settore riservato alle grosse Opunzia e alle piante succulente, una collezione di oltre mille specie, ospitata in un’area che in origine era ricoperta da una grande serra. In prossimità di via Etnea, possiamo notare un grande Eucaliptus citriodora, il Cipresso monterey, l’Agathis australis, l’Araucaria bidwillii, una grande Casuarina glauca e il raro Pinus brutia. Non mancano piante acquatiche come il Cyperus papyrius (usato dagli Egizi per preparare i papiri), la Nymphaea alba, l’ Euryale ferox, la Thalia dealbata e l’ Azolla caroliniana. Vicino all’acquario due enormi esemplari di Phytolacia dioica, emblema dell’Argentina, ritenuta immortale. Naturalmente l’Orto Botanico ospita anche le nostre più importanti piante autoctone come Carrubo, Bagolaro, Leccio, Pioppo bianco, Olivo, Giaggiolo, Albero di Giuda, Palma nana, Pino domestico, Platano orientale e Tasso. Infine non mancano alcune curiosità come Melia azedarech, originaria dell’Estremo Oriente, nota come l’albero santo perché in passato si utilizzavano i suoi frutti per i grani del rosario; Parkinsonia aculeata (spinacristo) e Caesalpina tinctoria, dal legno molto pregiato detto Brasiletto.
Suggerimento: Oltre ad essere usato dagli studenti universitari, l’Orto Botanico dovrebbe diventare un’aula verde abitualmente frequentata dagli alunni di ogni ordine e grado, poiché non basta certamente una visita occasionale per avvicinare i giovani al mondo vegetale.