Oggi sono andato, per fare un favore a un mio amico, mamma mia, che schifo, non avrei mai pensato che un sito industriale potesse mettermi tanta tristezza, non so fino a che punto tutto questo può piacermi, non mi piace proprio quello che l’uomo sta facendo per percorrere il suo tanto agognato progresso.
Progresso di che poi?
Io preferisco perdermi in una foresta e mangiare vegetali piuttosto che percorrere strade fredde e battute dal vento, immerse tra enormi mostri d’acciaio e ferro, che a guardarli ti viene la pelle d’oca, e la gola ti si stringe, il viso ti si incupisce.
Poi ci sono quei poveri operai, che si è vero hanno un posto fisso, si è vero non muoiono di fame e bene o male, mantengono le famiglie, però lo stesso a vederli, dentro le loro tute grigie, ti s stringe il cuore e provi una tenerezza infinita.
Pensi a quanti sacrifici fa la gente per arrivare a fine mese, a quante cose sopporta, che anche se non dovessero sopportare chissà che alla fine quella bruttezza, in cui sei immerso tutto il giorno io non ci credo, che non ti lascia un segno.
Non mi piace, e prima o poi tornerò li per fare un inchiesta per il portale, andrò a scoprire come vive la gente, quanto è felice e quanto è scontenta di vivere immersa in quella giungla di ferro e fumo, e pensare che un po’ più in la, alzando lo sguardo, c’è il mare, stupendo, bellissimo, azzurro come non mai.
Un saluto da Sece.