Mi chiedo che cosa rimane a volte, di un sorriso, di un momento, di un attimo che racchiude una realtà, un universo, un pezzo di spazio e di tempo che resta fisso per poco e poi non c’è più.
Mi chiedo cosa resta delle persone che amiamo, delle cose in cui crediamo, dei posti che adoriamo, e di tutti quei profumi e sapori che dall’infanzia fino a quanto siamo adulti, ci accompagnano.
Se a volte potessi, tornerei indietro per disegnare i contorni di un volto che mi sta osservando per poterlo navigare, ci entrerei dentro per raccoglierne i tratti, fino all’ultima linea e sfumatura, fino all’ultima aggraziata curva.
Mi chiedo che cosa resta del nostro passato, quando i semi che abbiamo gettato via nella terra non crescono e non porteranno mai nessun frutto, da assaggiare e da assaporare.
Mi chiedo cosa fare del mio presente e cosa aspettarmi dal mio futuro, quando il cielo è carico di nuvole pesanti e quando all’orizzonte non ci sono che incognite.
A volte mi faccio queste domande, che restano nell’aria come bolle sospese nel tempo, bolle che volano via e che spesso non riesco neanche più a scorgere, oltre l’orizzonte dei miei pensieri, oltre il mio io, verso le lande desolate dell’incoerenza non c’è che la pioggia e il vento, che il mare e le montagne, e niente altro.