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Hanno prodotto ingenti danni nelle abitazioni che occupavano abusivamente nonostante l'aiuto offerto dal comune.

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Succede a Palagonia (ct) dove le case popolari di contrada Grassurelle occupate abusivamente da diverso tempo sono finalmente state liberate per essere consegnate ai legittimi assegnatari.

Durante questo iter che prevedeva anche l'intervento delle forze dell'ordine il comune di Palagonia si era prodigato affinchè nessuna violenza venisse utilizzata nei confronti delle famiglie abusive ed erano stati garantiti agli abusivi diverse garanzie, dal trasloco presso le nuove abitazioni prese in affitto pagato dal comune fino a dei piccoli sussidi per poter pagare le caparre e la promessa di non fare intervenire la forza pubblica.

Il Sindaco Valerio Marletta da diverso tempo si trovava schiacciato tra due opposte posizioni, da una parte gli abusivi che avevano illecitamente occupato le case e dall'altra i legittimi assegnatari.

Una guerra tra poveri insomma combattuta senza esclusioni di colpi che ben dipinge lo stato di crisi presente in Italia soprattutto sul fronte delle abitazioni in cui il sindaco di Palagonia ha dimostrato di possedere la sensibilità civica necessaria per tentare di mediare tra le opposte fazioni di cittadini.

Tutto questo però non ha impedito agli occupanti abusivi di distruggere le abitazioni prima di abbandonarle causando la rabbia e la delusione del primo cittadino che si è detto amareggiato e triste per quanto accaduto e promette denunce " non nei confronti di ignoti ma a chi occupava le case danneggiate con tanto di nome e cognome".

E' una battaglia lenta e difficile quella che ogni giorno si trova ad affrontare il sindaco Valerio Marletta a Palagonia che prevede uno scontro culturale a volte anche violento con quella parte di paese che stenta ancora a capire il significato di bene comune in una moderna democrazia preferendo affidarsi a vecchie abitudini, fatte di servilismo, delinquenza e mancanza di civiltà che rendono purtroppo la Sicilia, ancora oggi, una terra bellissima ma incredibilmente arretrata.