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Il nostro demone chi è?

Vi è mai capitato di lottare contro voi stessi? domandarvi chi siete veramente? guardare allo specchio il vostro volto e capire che siete diversi, che siete cambiati e che forse, non siete mai cambiati ma semplicemente non vi conoscete proprio, e percepite la strana e terribile sensazione di aver convissuto, fino a quel momento, con un falso vostro te stesso.

E' quello che mi sta capitando ultimamente, mi domando che cosa mi sta succedendo.

C'è in me qualcosa di sbagliato, c'è sempre stato, in qesto periodo sento che un mostro, un demone, assetato di rabbia e di vendetta cresce dentro di me, occupando sempre più spazi dentro il mio cervello, sostituendosi pian piano al calmo, pacato e ragionevole Secestato che c'è sempre stato.

Tengo bene a mente ogni giorno, mentre lotto per le mie cose e vado avanti, i nomi delle persone che nel corso della mia esistenza mi hanno fatto del male e accarezzo dolcemente idee che sanno di odori dolciastri e nauseanti, penso che il sentimento di vendetta che ho sempre avuto per carattere ma che poi, pian piano quando ho avuto scontri con le persone si è sempre dileguato con normalità, stia pian piano diventando qualcosa di più forte, cattivo, qualcosa che ha molto in comune con la determinazione, con la volontà.

Convivo ogni giorno con una parte di me agghiacciante, priva di sentimenti, una parte che ha voglia di uscire fuori, di esprimere tutta la sua malvagità, come un pittore pazzo che vorrebbe usare come tela per i suoi dipinti, le anime delle persone che vuole distruggere.

E' cominciata ad uscire fuori quando la figura di un santo come San Felice, mi ha cominciato ad urtare, questa parte di me all'epoca non era ancora evidente ma cominciava, lentamente a scalciare per uscire fuori. Poi si è evoluta diventando più grande, è cresciuta dentro di me come un bambino ed io, sciocco, irresponsabile, senza rendermene conto l'ho accudita.

Oggi questa parte di me, è diventata adolescente, con tutti i capricci e le incoerenze degli adolescenti ed io quasi, un pò per paura un pò per attaccamento me ne sono affezionato, la paura deriva dalla certezza che essa crescerà, e che da adolescente diventerà adulta e che è troppo tardi per reprimerla, l'attaccamento invece è il risultato del fatto che questa parte di me mi piace, mi fa stare bene e la sua freddezza, la sua assenza di sentimenti mi dona la pace dei sensi, unico prezzo da pagare la spietatezza dei suoi ragionamenti.

Cosa è stato? cosa è successo dentro di me?

Ripercorro indietro l'anno appena trascorso, come un viandante alla disperata ricerca di una risposta, per trovare il nocciolo, il nucleo, da cui questo mio demone è sbocciato come un fiore.

Non trovo risposte, o forse si, è stato credo il giorno in cui la troppa sofferenza ha bussato alla mia porta ed io dovevo necessariamente smettere di stare male, li credo il demone è nato e ha aperto gli occhi piccini suquesto mondo, è arrivato per aiutarmi a non provare più nulla, anestetizzare dolori e piaceri per riportare equilibrio in una vita dove l'emotività, aveva preso il sopravvento.

Adesso guardo con occhi cupi al mio futuro, una determinata volontà che brucia ghiaccio pervade la mia anima, ed ho una paura fottuta che qualcuno cominciando da me stesso pagherà molto caro il costo di questa mia nuova identità.

Questo demone è figlio dell'ipocrisia, della cattiveria, è stato nutrito fin da piccolo dalla mensogna, il suo pane è stato male allo stato puro, la sua acqua rivli di tradimento e infamia. Chi può fermarlo adesso? chi lo potrà contrastare?

Ama l'arte il mio demone, e questa è la sua poesia preferita:

Le tue parole sono gocce
nel mare del mio odio
e non serve che tu insista
.. ad invocare il mio perdono
questa è la mia vendetta
il mio piatto prelibato
e non voglio rinunciare
al sapore del tuo dolore
per niente potrei rinunciare
al piacere del tuo dolore…

Smetterà di sanguinare
la ferita che fa male
e sarà dolce il sapore
di ogni dolore
quando il tuo sangue che cade
nel silenzio farà rumore

Danzano gli avvoltoi
attratte dalla tua paura
e il tuo sangue sarà il vino
che disseta la mia rabbia
e saprò aver pazienza
per non addolcire la tua sofferenza
perché questa è la mia vendetta
il mio piatto prelibato
e il tuo pianto darà il tempo
alla danza del mio sorriso...

Smetterà di sanguinare
la ferita che fa male
e sarà dolce il sapore
di ogni dolore
quando il tuo sangue che cade
nel silenzio farà rumore.

di Alessandro Bianchi